Accadde oggi : 18 gennaio 52 a.C. sulla Via Appia a Bovillae
di Marco Bellitto18/01/2023
Accadde oggi : 18 gennaio 52 a.C. sulla Via Appia a Bovillae
Clodio e Milone erano due nobili romani di opposte fazioni (Populares e Optimates) che si contendevano la carica di console all’epoca di Giulio Cesare e che si scontrarono nel primo pomeriggio del 18 gennaio del 52 a. C.(hora undecima)proprio di fronte all’edicola della Bona Dea di Boville sulla via Appia tra il fondo agricolo di Clodio la cui proprietà iniziava al XII miglio della Regina Viarum (“Ante fundum eius”odierna via delle Castagnole a Frattocchie)e la villa rustica di Tito Sestio Gallo (legato di Cesare in Gallia ,da cui il nome )che partiva dall’XI miglio. Era questo un luogo sacro,un vero e proprio tempio (pronao) quello di Boville con un’area sotterranea (naos),custodito da alcune Vestali albane che avevano la loro casa non molto distante nei pressi della villa di Clodio (odierna Villa Santa Caterina,presso Castelgandolfo) situata proprio sulla via Appia,tra il XIII e il XIV miglio.
Cicerone ricorda come per Clodio si fosse trattato di una vera punizione divina in quanto dieci anni prima, nella notte tra il 3 ed i 4 dicembre del 62 a. C., aveva osato profanare, travestito da suonatrice di cetra , i riti della stessa divinità nella dimora di Roma dello stesso Giulio Cesare (Pontefice Massimo in quel momento) per incontrane la moglie Pompea sua amante. Dove era il Sacello a lei dedicato in Boville è ricordato nei minimi particolari dallo stesso Cicerone nella “Pro Milone” a proposito dell’uccisione di Clodio ad opera dei servi di Milone.Fu infatti il servo Marco Saufeio a dare il colpo di grazia a Clodio che ,ferito gravemente da Birria , uno dei più forti gladiatori di allora, si era rifugiato con la sua scorta nei pressi di una locanda di Boville.Lo schiavo ,credendo di vendicare il proprio padrone quando si era diffusa la notizia che nella mischia Milone fosse rimasto ucciso come racconta Cicerone nella “Pro Milone”, fece ciò che avrebbe fatto qualsiasi schiavo fedele lasciandone il cadavere spogliato sulla stessa via Appia.Fu il senatore Sesto Teidio di ritorno dalla sua villa di Ariccia a riconoscere il corpo straziato e a farlo trasportare sino a Roma dove nel frattempo si era sparsa già la notizia e dove i “Populares” non mancarono di protestare mettendo a ferro e fuoco la città al limite di una guerra civile .
I fatti narrati da Cicerone nella “ Pro Milone” pur essendo di parte in quanto ben conosciuta era la rivalità dello stesso Principe del Foro nei confronti di Clodio, sono raccontati con dovizia di particolari ,raccontando anche i luoghi stessi dell’attentato che lo stesso Clodio aveva preparato contro Milone ma che, per ironia della sorte,ebbe l’epilogo proprio di fronte a quella statua della Bona Dea , la stessa divinità nei confronti della quale nell’aprile del 62 a. C. era stato giudicato per lo scandalo di empietà ed assolto grazie a giudici e testimoni corrotti. Lo stesso Giulio Cesare a quel tempo interrogato sui fatti ,non volendo destare sospetti sulla propria moglie non presentò alcuna denuncia, limitandosi a ripudiare la moglie: “la moglie di Cesare doveva essere al di sopra di ogni sospetto”.
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