Le Naumachie nel Circo di Bovillae
di Marco Bellitto21/03/2023
Le Naumachie nel Circo di Bovillae
Le Naumachie nel Circo di Bovillae
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Il Circo di Bovillae, un antico circo romano, conosciuto in tutto il mondo per i resti dei cosiddetti “carceres”,una sorta di box di partenza per le corse con i carri, è tornato recentemente alla ribalta soprattutto per due episodi che ne hanno fatto notizia di cronaca. Quello più recente in relazione al processo per un abuso edilizio proprio nei pressi degli archi dello stesso circo. L’altro per un ritrovamento casuale di un particolare sarcofago di piombo ancora intatto ,durante gli scavi per lavori pubblici nel comune di Marino, in via Delle Giostre, tra Due Santi e Frattocchie, di cui se ne ebbe notizia da un interessante articolo apparso sul Messaggero il 25 luglio del 2015, a firma di Laura Larcan :”L’enigma del sarcofago di piombo”. A riguardo di tale antica struttura, conosciamo come gli studi del Tambroni e del Poletti ne avevano evidenziato le dimensioni, proponendo come lunghezza oltre 300 mt. e la larghezza di circa 60 mt., con una capienza che poteva ospitare oltre 8000 spettatori seduti. Che i circhi nel passato fossero adibiti sia per i ludi scenici che per quelli circensi, per le cacce (venationes) o per le lotte gladiatorie è ben risaputo. A proposito invece dell’immagine riprodotta dal Piranesi (1778) del modellino in pietra ritrovato a Bovillae ,nel luogo detto Frattocchie, molto probabilmente alla fine del Settecento, rimane dubbioso pensare ad un gioco come “il lancio delle tessere” come asserisce lo stesso autore nelle note a margine, come una sorta di pallottoliere per il sorteggio delle postazioni dei carri durante le corse.
Dall’attenta osservazione verrebbe in mente un meccanismo idraulico molto più complesso e congegnato tale da poter apportare un grande quantitativo di acqua in poco tempo regolandone in un certo modo la pressione con un percorso a serpentina, quale appare nella superba incisione. Si potrebbe così interpretare tale artificio come un impressionante effetto scenografico come quello dell’allagamento dell’arena in poco tempo per poter svolgere la “Naumachia”, una vera e propria battaglia navale ,che veniva inscenata a ricordo di vittorie storiche dei combattimenti avvenuti sul mare. Potremmo dunque pensare ad un condotto che conduce l’acqua con la pendenza che inizia dai Carceres , e che si snoda in un percorso probabilmente sotterraneo , sino ad arrivare a quel “foro infimo” (D) che costituiva un elemento fondamentale dalla cui chiusura veniva regolato il riempimento per l’allagamento dell’arena sovrastante o usato come un enorme cisternone. Questa struttura particolarmente adatta per spettacoli del genere soprattutto per la sacralità dei riti e del luogo aveva una ragion d’essere grazie alla possibilità di avere a disposizione l’acqua di un antico acquedotto ancora tutto da studiare, che ne lambisce la struttura stessa del circo e dove sono ben documentati gli effetti delle concrezioni calcaree legati al continuo riempimento e svuotamento dei lumina (pozzetti d’ispezione). Del modellino in marmo rinvenuto negli scavi presso il Circo come descritto dal Piranesi se ne erano perse le tracce e solo recentemente nel 2012 è stato ritrovato durante i restauri dell’Ercole giacente dei Musei Vaticani a cura di un’equipe di esperti guidati dalla Prof.ssa Claudia Valeri che dopo un attento studio ne ha evidenziato il riutilizzo come sostegno e parte della statua stessa.
Fig. 3 La mia personale ricostruzione sulle reali dimensioni del frammento di colonna descritto dal Dobosi .
Anche se le scritte riportate già dal Dobosi appaiono in modo frammentario, possiamo ipotizzare,
mancando il titolo ed il nome di chi aveva fatto erigere questo particolarissimo cippo, che esso fosse stato
dedicato esclusivamente ad uno scopo celebrativo: “A ricordo perenne di Augusto” nel luogo rievocativo
per eccellenza, quel Sacrario della Gens Giulia che l’imperatore Tiberio aveva fatto erigere in Bovillae alla
fine del 16 d. C., in onore di Augusto. (Tacito Annales, II, 4)
Una foto è stata già pubblicata nel mio libro “A spasso per Frattocchie ,l’Antica Bovillae,da Cesare Augusto
a Michelangelo”. Edito da Aracne ,Canterano (RM) Maggio 2017, pag. 97, fig. 11.4.
MarcoBellitto
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