Erma di Fundilia Rufa matrona romana
di Enrico Di Lernia29/08/2019
Erma di Fundilia Rufa matrona romana
Dagli scavi di Lord John Savile del 1885, il diplomatico britannico riuscì a farsi concedere dal principe Orsini un permesso di scavo a Nemi con l’accordo che metà dei ritrovamenti sarebbero andati al Principe Orsini che, più interessato al guadagno finanziario che intellettuale, vendette gran parte dei reperti a collezionisti d’arte a Roma, provocando l’indignazione di Savile, che annunciò la sua decisione di donare la sua parte dei reperti al nuovo Nottingham Castle Museum and Art Gallery, dove i reperti sono conservati. La collezione, comprendeva 1586 reperti e una serie di fotografie dello scavo, venne molto apprezzata e suscitò l’interesse internazionale: Stati Uniti, Francia, Germania e non solo. Fundilia Rufo come matrona (moglie del capofamiglia), è indicata dall’insolita disposizione dei suoi capelli in un tuculo.
Questa scultura è stata dedicata dal suo ex schiavo Doctus, un attore. Diana aveva una stretta affinità con gli schiavi, la sua festa il 13 agosto era l’unico giorno in cui gli schiavi avevano diritto a una festa annuale. Non tutti però potevano dedicare sculture all’interno del tempio, fatta eccezione per personaggi facoltosi che avevano, in un certo senso, sponsorizzato e restaurato il sacro tempio di Nemi. Età di Tiberio Nottingham Castle Museum


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