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La Torre di Gheppio è ancora là

di Marco Bellitto

01/07/2023

La Torre di Gheppio è ancora là

Approfondimento storico e paesaggistico sulla località Santa Fumia

 

Nel nuovo ampliamento del vincolo paesaggistico della campagna romana a  sud di Roma previsto dal Ministro Franceschini riguardante i comuni di Marino ,Castel Gandolfo e Roma, c’è una località, Santa Fumia, ricca di testimonianze storiche del passato che viene ricordata  dal Tomassetti come “domusculta sulpiciana” da un’ara sepolcrale  ritrovata  a fine Ottocento nei pressi del IX miglio della via Appia Antica presso Bovillae,e dalla sua iscrizione  “vicus sulpicianus”si ipotizzò  anche l’esistenza di una preesistente villa romana dei Sulpici. Un diverticolo che potrebbe corrispondere a tale vicus ,è recentemente  riapparso   a destra della Regina Viarum  provenendo da Roma  prima dell’incrocio con via delle Capanne di Marino dopo una pulizia approfondita della vegetazione e dei detriti accumulati nel tempo.

Un sito  conosciuto  da molti come un piccolo borgo di campagna e per un accogliente agriturismo, “Il Cavallino Rosso”,è  menzionato  invece in molte antiche mappe (Della Volpaia, Danti, Ameti, etc.) con nomi come San Giovanni in campo, Sant’Apollinare, Santa Petronilla e Sant’Eufemia in quei  stessi luoghi, attestandone la  antica destinazione al culto della cristianità. G.M. De Rossi  in “Apiolae” negli stessi luoghi  descrive  e pubblica la foto di una torre (Torre  della Castelluccia),che viene descritta invece in una mappa dell’IGM del 1930 come “Torre Castellaccia”  nelle cui  vicinanze  evidenziano ,con il nome “ Ravenna “ ,i probabili resti di una antica chiesa (San Gio in campo ?).

Allo stesso modo alcuni documenti del medioevo, come la bolla di Onorio III, ricordano di una chiesa di Sant’Eufemia con annessa torre e mulino, quest’ultimo alimentato con ogni probabilità dall’acqua condotta attraverso  una sorta di piccolo acquedotto  dall’emissario del Lago di Turno (Lacus Turni).Come non ricordare inoltre, rileggendo uno dei romanzi più conosciuti del Novecento , “Quer  pasticciaccio brutto de via Merulana” di Carlo Emilio Gadda, la minuta descrizione degli stessi luoghi sinora analizzati. Il commissario, don Ciccio Ingravallo, personaggio chiave  del racconto è protagonista nell’epilogo con l’indagine che si sposta da Roma, luogo di una  rapina e di un omicidio, nella campagna dei Castelli. Il 23 marzo infatti  è lo stesso commissario a recarsi a Marino , per farsi accompagnare nella zona di Santa Fumia ,dove risultava abitasse uno dei testimoni chiave dell’omicidio ,la Assunta Crocchiapani.

Quella bella Assuntina, donna di servizio, che lui stesso aveva già conosciuto in un recente  pranzo ospite dei Balducci e al cui fascino non era rimasto insensibile: “due occhi fermi, luminosissimi, due gemme, un naso diritto con il piano della fronte: una vergine romana dell’epoca di Clelia…”.Particolare questo che non sfuggì al regista Pietro Germi che nella trasposizione cinematografica del racconto, ”Un Maledetto imbroglio” del 1959, volle al suo fianco come interprete di quel personaggio, una giovanissima Claudia Cardinale. Tornando al romanzo l’autore racconta il percorso  del commissario da Marino  sino alla Nettunense e al bivio per Santa Fumia passando prima per Due Santi :”per il ponte di Santa Fumia…Tor di Gheppio è là…Emerso allora dalle ondulazioni di quella creta senza popolo, che le maggesi , a tratti, inverdivano, lo spigolo acuminato di una torre si disegnò nel cielo come scheggia, di un antico dente d’un’antica mascella del mondo.”

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