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Nemi l'Acqua e la Fonte Miracolosa

di Enrico Di Lernia

08/03/2021

Nemi l’Acqua e la Fonte Miracolosa

 

 Qual’è la radice che indica il nome di Nemi? Il N U M egizio o Nomo divenuto in greco NOMOI-NOMOS, è passato ai latini con la parola NEMUS, ad indicare un luogo sacro acquatico. Nel mito egizio della creazione, l’universo era formato da un “nulla oscuro” e da un elemento acqueo chiamato NUM. Da questo oceano acqueo cosmico, si levò una collina alta di terra asciutta su cui il sole RA si materializzò autocreandosi in ATUM (Atomon in greco, ancora oggi indica una persona). Dalle lacrime di RA volarono le Api che con il loro miele diedero forza e vigore al Sole. Ritroveremo il simbolo dell’ape e del miele, come base del simbolismo di Diana Aricina. Il geroglifico egizio che indica la lettera N è il segno grafico dell’acqua con le sue increspature sulle onde. Materia primigenia, l’acqua è l’origine e contenitore di ogni forma di vita, tanto che la ritroviamo nel momento del parto dove con la rottura delle acque amniotiche si materializza la vita.

Il ruolo primordiale dell’acqua collega numerosi miti alla imbologia della fertilità. L’acqua dolce, stagnante o piovana specie se notturna è un’acqua fertile, femminile che si oppone alle acque maschili salate dei mari e dei grandi fiumi. Le acque femminili di sorgente, di fonte, di laghi, avevano il potere di guarire e sanare dalle malattie, come fosse un culto terapeutico con cerimoniali e gesti precisi fatti prevalentemente di immersioni, bagni, abluzioni, ma ancor più dal gesto del bere acqua. Gli Egizi scrivevano il nome della persona entro un “Ovale” annodato in basso, quello che i francesi di Napoleone chiameranno nel 1800 “Cartiglio” e che fu il segno determinante per la decifrazione dei geroglifici. Non ho trovato una spiegazione esauriente a riguardo. Credo che l’ovale “Cartiglio” che racchiude i geroglifici del nome di una persona, rappresenti la Placenta da cui nasce la vita ed a cui va annodato il cordone ombelicale, prerogativa della “levatrice” Iside. Il suo famoso nodo “T I T” è rappresentato in diaspro rosso o corniola e richiama al sangue mestruale.

Quando è annodato più volte indica protezione contro le forze negative, in quanto lega (“religione” deriva da “religare). Nel Libro dei Morti al cap. 156 leggiamo: “Formula magica del TIT di diaspro rosso…Tuo è il sangue, Iside, tuo è il potere magico…”. Tornando al nostro “ovale-cartiglio”, REN era il suo nome egizio e se analizziamo il suo valore fonetico e grafico, tutto ci porta a considerare un luogo acquatico da cui si nasce ed in cui è inscritto il nome proprio. D’altronde anche il sole alla fine della sua corsa entra nel mare per rinascere, come pure il cerimoniale egizio di resurrezione del Faraone che prevedeva l’attraversamento della “Notte nel ventre della dea Nout” nell’al di là (Douat), su barche. La lettera R come il cerchio del Sole-Ra o come il cobra che si innalza ci indica “Energia che sale”, mentre la N, come abbiamo già visto, è l’acqua della nascita con le sue increspature sull’acqua.

Per cui: “L’energia-vita che viene dall’acqua” indica il nome del nascituro. Tutto questo per addentrarci nel simbolismo delle acque amniotiche o lagunari; materne. Visto che gli antichi associavano cose e nature simili, il rotondo lago, come elemento acquatico purificatore, era ssociato alla placenta ed alla nascita. Il simbolo del REN, Num, Nume, Numa, Nomoi, Nemus, Nemi, Nome, rientra in queste considerazioni. La città francese di Nìmes deve le sue origini alla fonte situata ai piedi del monte Nemausus. Come anche in Romania a Piatra Neamt è stata scoperta una Venere preistorica di 17.200 anni che riporta al culto delle acque. Fu Champollion a decifrare i geroglifici intuendo che dentro i cartigli ovali, c’erano scritti i nomi delle persone: di Cleopatra e Tolomeo. (estratta dal mio nuovo libro su Nemi e Velletri).

 

Foto:  I laghi Albano e Nemi visti dalla Via Sacra.

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